
Oltre un mese di fermata produttiva, di assenza dal luogo di lavo-ro. Di lontananza anche dai colleghi. In questo periodo c’è chi è rimasto a casa come imposto dai decreti, chi ha sostenuto l’attività in smart working. Ma anche chi si è speso per il prossimo, forte della propria vocazione come volontario.
Già in passato avevamo parlato degli “Angeli di Feralpi”, colleghi che smessi i panni di Feralpi indossano un’altra veste. Quella di soccorritore, nel caso di Graziano, capoturno presso Acciaierie di Calvisano, che nelle scorse settimane non ha perso lo spirito altruista che lo vede impegnato nelle fila della Croce Rossa: «Ho avuto tanto tempo libero e in queste settimane ho fatto forse più ore di un dipendente. Per fortuna con il passare delle settimane la situazione si è tranquillizzata ma all’inizio le uscite erano conti-nue». Uno scenario stressato dall’emergenza Coronavirus: «Il 90% delle chiamate erano per febbre, tosse, problemi respiratori. D’un tratto sembrava che le altre patologie fossero sparite». Un periodo caratterizzato dal dramma della positività, dei decessi improvvisi ma anche da buone notizie: «Molte persone le conosci. Vedere un nome sui necrologi è l’esperienza più brutta alla quale ognuno di noi ha assistito. Per fortuna, ci sono state anche tante persone guarite o stabilizzate nel medio periodo». E poi c’è la solidarietà: «Tutta la comunità si è stretta attorno a noi con offerte e anche portandoci una semplice torta».
Un modo per sentirsi comunque vicini, anche quando non si può essere di compagnia: «Nelle settimane di chiusura totale non c’è stata la possibilità di un contatto vero» spiega Fausto, volontario della Protezione Civile di Gavardo e anch’egli collaboratore in Acciaierie di Calvisano in qualità di Responsabile Sistema di Gestione Ambientale. Nei giorni di emergenza ha prestato servizio per sostenere gli anziani che per vari motivi non potevano uscire di casa: «In particolare nel weekend di Pasqua – spiega Fausto – abbiamo fatto loro visita consegnando i pasti. Solitamente ci saremmo fermati per un po’ di conforto. Per loro è sempre comunque un piacere riceverci. Anche
da lontano».
Senso di vicinanza verso le persone in difficoltà è stato prestato anche da Mirko, manutentore elettrico in Feralpi Siderurgica e volontario nella Protezione Civile di Odolo: «Dalla consegna di mascherine ai farmaci, in quelle settimane abbiamo effettuato consegne per chi era impossibilitato ad uscire da casa». In questo momento caratterizzato da momenti poco felici, Mirko guarda le cose da un altro punto di vista:
«Ho notato con piacere un approccio più gentile ed educato delle persone. Il rispetto delle regole c’è stato: la comunità ha risposto in
modo serio ed educato a questa emergenza».
Vi abbiamo raccontato solo alcune storie di nostri collaboratori che hanno voluto dare un contributo alla comunità. C’è anche chi ha preferito farsi momentaneamente da parte, evitando contatti e preservando la salute altrui. Un senso di responsabilità che crediamo sia ugualmente degno di essere segnalato come atto di grande attenzione verso il prossimo.


